QUESTA LETTERA DI AIUTO CI E’ PERVENUTA ALLO SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO ONLINE DA UN RAGAZZO DI 17 ANNI VITTIMA DI BULLISMO

Questa lettera di aiuto ci è pervenuta da un 17enne vittima di bullismo, per ragioni di privacy e di indagini in corso sono stati usati nomi e località di fantasia.

“Sono Mario Rossi ( nome di fantasia), un ragazzo di 17 anni e frequento il liceo scientifico ; vivo a …

….. con la mia famiglia composta da mia sorella e il mio piccolo fratellino a cui sono tanto legato.

Mia madre ​ imprenditrice , mio padre ha una azienda . Sono fiero di loro.

I miei genitori sono separati da quando ero un neonato ma non mi hanno mai fatto mancare nulla e mi hanno fatto avere una buona educazione, mi hanno soprattutto insegnato a comportarmi bene ed avere rispetto per il prossimo ed aiutare, quando potevo, chi mi avesse chiesto aiuto.

Ho da sempre avuto un carattere riservato e chiuso, per questo non ho mai avuto molti amici, ho sempre avuto difficoltà, causa la mia timidezza e poca loquacità, a relazionarmi con gli altri.

Sono a scrivere questi fogli cercando di ripercorrere le mie emozioni e cercando di raccontare in maniera dettagliata ciò che vivo dal primo anno che frequento il liceo.

Con mio tanto dispiacere e un po’ di vergogna ammetto di essere una sfortunata vittima di bullismo.

Inizia tutto in classe prima quando io e i miei compagni di classe non ci conoscevamo ancora.

Ero entusiasta di intraprendere un nuovo percorso scolastico, di farmi nuovi amici e conoscere ed approfondire materie tecniche a cui sono stato da sempre portato;

con il passare dei mesi ormai, tutti ci conoscevamo, io mi ero avvicinato a un piccolo gruppetto di compagni per diventarci amico; allo stesso tempo un ragazzo, cui tratterò di seguito, ha compromesso la mia serenità e la mia gioia di frequentare la scuola, facendomi avere paura di essere quello che sono e minando fortemente la mia autostima e fiducia in me stesso…

Questa persona è Arturo ( nome di fantasia).

All’inizio cominciò a prendermi di mira dandomi fastidio con spinte, pacche, chiamandomi ripetutamente col mio cognome senza uno scopo.

Dopo un po’ iniziò a lanciarmi palline di carta masticate ogni volta che i professori non c’erano o non guardavano.

Ricordo una volta in particolare che mi colpì l’orecchio che stette gonfio per qualche giorno, non dissi niente a mia madre…mi vergognavo.

Qualche tempo prima del covid dal “fastidio” passò alla violenza e prepotenza: mi faceva sgambetti quando ero chiamato alla lavagna e rideva durante le mie interrogazioni facendomi molte volte bloccare e mettendo a terra la mia autostima.

Iniziò a inseguirmi tra i banchi durante i minuti di ricreazione con l’intento di colpirmi e farmi cadere davanti a tutti i miei compagni, i quali a loro volta mi prendevano in giro e nessuno ha mai avuto il coraggio di fermare Arturo ( nome di fantasia), forse per non essere a loro volta presi di mira dallo stesso. Non faccio mai la merenda perché ho paura di essere deriso anche se mangio…

Col passare degli anni, tutto questo si ripete in continuazione, quasi ogni giorno, Arturo ( nome di fantasia) è sempre ben attento a non farsi vedere dai professori.

Non ho mai capito il motivo di tutta questa violenza nei miei confronti, forse per la mia timidezza o per il mio non sapermi difendere o per il mio aspetto…non lo so.

Aumentano sempre di più le violenze verbali, minacce, insulti davanti ai miei compagni.

A volte durante le lezioni dal suo banco inizia incessantemente a chiamarmi con l’appellativo “stupido” e non finisce se io non mi giro… è una cosa davvero umiliante.

Mi prende in giro anche per il mio cognome “……………….. è caduto nel burrone” aggiungendo affermazioni sul suo augurio della mia morte.

Sempre davanti ai miei compagni mi chiama frocio, down, andicappato, stronzo, merda e molte altre parolacce che dal suo punto di vista mi descrivono…

Ogni parola di insulto nei miei confronti è come un forte pugno nel mio stomaco, soprattutto quando mi chiama frocio davanti agli altri dando una errata impressione di quello che sono io.

I miei compagni anche assistendo a queste violenze non fanno nulla per aiutarmi, lasciandomi affrontare da solo tutto questo.

I giorni di pioggia, quando porto l’ombrello in classe, lui si avvicina e mi strappa l’ombrello dalle mani iniziando a sbatterlo di qua e di là, punzecchiando gli altri e, a me a mo’ di spada fa per infilzarmelo ne posteriore esordendo con la frase “ti piace eh?”.

Altro si è verificato mentre eravamo in aula cinema, quando la prof era uscita un momento dall’aula, Arturo ( nome di fantasia) si è piazzato alla seduta dietro di me e ha iniziato a tirami i lobi delle orecchie e di un mio amico Giovanni ( nome di fantasia), seduto accanto a me. Sempre in quel momento si è alzato e da dietro ha iniziato a premermi fortemente il nervo sulla spalla, infliggendomi forte dolore che ho sentito fino al giorno successivo.

Un altro giorno mi ha minacciato di prendermi a pugni sulla bocca; un altro giorno sono andato a scuola con un nuovo giubbino regalatomi da mia madre, alla fine della quarta ora, mentre stavamo andando in aula di informatica, arriva Arturo ( nome di fantasia) da dietro le spalle e inizia a tirarmi il giubbino come se volesse strapparlo e nonostante gli chiedessi di fermarsi, continuava a tirarlo più forte…per fortuna sono riuscito a svincolarmi da lui prima che lo strappasse.

Altro si verifica durante gli orari di educazione fisica quando durante la corsa di riscaldamento mi spinge ripetutamente con l’intento di farmi cadere.

Queste, sono solo una parte delle angherie che subisco ripetutamente da 4 lunghi anni scolastici da questo ragazzo..

Mi sono arrovellato il cervello per trovare la maniera o la soluzione per porre termine a questa mia sofferenza giornaliera, ho pensato di farmi cambiare di scuola, poi di non andarci più, poi ….non voglio dirlo.

La mia autostima e la mia volontà di relazionarmi con gli altri miei compagni è andata sempre più diminuendo, quasi scomparendo…

Voglio dire basta a tutto questo, chiedo aiuto per porre fine a questo brutto incubo che vivo ogni volta che vado a scuola, una scuola che quattro anni fa ero felice di frequentare.

Chiedo aiuto, da solo non ci riesco. Grazie.

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